venerdì 16 dicembre 2022

 Beercalabria 2022 Il Ritorno



Ritorna il Beercalabria con la sua seconda edizione fermata in questi anni dal covid,torna più in forma di prima staff rafforzato e consolidato , giuria di esperti qualificati ampliata e sempre più professionale  e con qualche new entry nel panorama brassicolo calabrese .




La giuria ,dopo la prima edizione tenutasi nel 2019 ,si riunirà per eleggere le migliori birre calabresi Domenica 18 Dicembre presso il Lievito Academy di Reggio Calabria.
Lo staff già a lavoro da tempo  vuole rafforzare il lavoro svolto già nel 2019, dove a guida della giuria trovavamo Lorenzo Dabove Kuaska massimo esperto birrario italiano , con l intento più che di celebrare il miglior birrificio o la miglior birra , di promuovere il panorama brassicolo della regione  in forte espansione e rapida crescita, e che non ha di certo nulla da invidiare al resto della penisola italiana.

                                    Staff e Giuria Prima Edizione

 

Tutte le  birre che partecipano all'evento sono raggruppate in  categorie in base allo stile di appartenenza per agevolare il compito dei giudici , l'edizione prevede quindi 7 categorie diverse.

Lo special guest e capo della giuria di questa edizione  ritrova un altro nome di spicco  e pioniere del panorama birrario italiano , quello di Davide Bertinotti uno dei soci fondatori del MoBi-Movimento Birrario Italiano , e autore di articoli e libri inerenti alla produzione casalingo brassicola .

                                   Premiati della prima edizione

Nota positiva della manifestazione ,così come nella prima edizione, è la partecipazione oltre che dei birrifici di quella dei beerfirm.
Chi avrà prodotto allora la migliore birra calabrese? Beh ne berremo delle belle o delle  buone ! Seguirà un articolo per sapere l esito della manifestazione




sabato 8 gennaio 2022


 LE IGA LA BATTAGLIA E LA NUOVA RELEASE DEL BJCP

 

 Le tante novità delle nuove Style Guidelines del BJCP – Cronache di Birra



Inizio a scrivere quest articolo nella fine del 2021 quando arriva la notizia che fa tanto scalpore riguardo la paternità delle Italian Grape ale .

Ma  non lo pubblico troppe opinioni, troppi articoli e molta delusione ma facciamo chiarezza per i pochi che non hanno seguito la vicenda e per chi vuole sentire il mio umile parere :

Nell’anno del dominio italiano in ogni disciplina sportiva , musicale e culinaria , l’italia viene battuta tristemente da una “sentenza” americana.


Birra e uva: scopriamo le Italian Grape Ale

 Infatti da una recente revisione del Bjcp capitanata dal presidente Gordon Strong , gli americani decidon di toglier il suffisso Italian alle IGA ,unico “stile” italiano come ovvio che sia vista la cultura vitivinicola del nostro amato stivale , e visto che tale stile viene partorito in Italia .

Di certo l’Italia non vanta di grande cultura birraria , ma perché toglier tale suffisso che porta il nome dove questo stile ha visto la luce ?

Infatti tra i padri fondatori ricordiamo Nicola Perra del birrificio Sardo Barley il quale ne ha fatto un suo cavallo di battaglia .

Birra IGA BB10 Barley - online in vendita su Callmewine

Da quando si apprende tale notizia in Italia nell’ambiente scoppiano malumori e pareri contrastanti   come in ogni cosa tra noi italiani.

C’è chi si schiera da una parte e chi dall’altra , chi si batte per tale decisione , tra i primi Gianriccardo Corbo ,ambasciatore italiano del bjcp,  che scrive un e-mail per trovare chiarimenti , spiegare perché tale suffisso debba rimanere allo stile e mostrare il suo e il nostro (italiani) disappunto al comitato del Bjcp, invitatando gente del settore ed appassionati a fare lo stesso  , con una lettera da lui stesso scritta , e che trova un modesto riscontro positivo. E chi dall’altra parte invece avvalendosi proprio della scarsa cultura birraria ritiene giusto  lasciare che sparisca  Italian dalle Grape ale .

Parlo di stile virgolettato in quanto nell ‘ultima release del bjcp del 2015 le Iga erano inserite nella categoria aspiranti stile , ovvero apparivano  nei local style X3 e non ufficiali

Ma vediamo  nel rilascio delle nuove linee guida cosa è successo a tale stile :

Le Iga rimangono ma negli stili locali e sempre con il codice X3, a mio parere un contentino per zittire gli italiani. Ma come accade sempre tra gli operatori del Bjcp la confusione più totale , perché dico ciò? , compare un nuovo stile , nella categoria birre alla frutta , un sottostile con codice 29D, le GRAPE ALE , insomma sparisce l’aggettivo Italian . E perché confusione ? Perché a parere mio, e non solo mio, leggendo la distinzione delle descrizioni appaiono pressocché uguali , avrebbe avuto un pò di senso come si vociferava se si faceva riferimento all’origine del vitigno, tra gli italiani per l’appunto , ma visto che cosi non è , quando usare in etichetta uno stile o l’altro ?…
Di sicuro in Italia il suffisso resterà in etichetta , ma come dicevo prima penso che tale confusione sia dovuta anche al clamore mediatico che la notizia ha avuto tra gli addetti al settore  e gli hb italiani , e pertanto frutto di un “contentino” ripeto . L’unica distinzione ,a mio parere stupida ,si può trovare che nella descrizione delle  Grape ale si parla di stile belga , alta cazzata e poi mi chiedo pure il perché visto che lo stile nasce in Italia , ma ancor più clamoroso che si può far uso di lievito neutro , allora ancora una volta mi chiedo perché? Se belga ?… forse durante la stesura delle nuove linee guida gli associati avevan bevuto un pò  troppo ….. mahhhhh
Per non parlare della discriminazione che riporta che Grape ale si usa al di fuori dell’Italia .
 


Di certo non un dramma , anche perché alla fine il bjcp deve solo inquadrare le nostre birre in uno stile , in vista di concorsi cosi per come era nato e non di certo come pensavo fino a qualche anno fa  che debba esser la Bibbia della birre e degli stili . Infatti anche tra i birrai pro a volte troviamo riportato uno stile in etichetta ,ma, che poi lasciando spazio alla loro fantasia e creatività , non risulta del tutto inquadrato nella descrizione dello stile . Quindi continuiamo a seguire le linee guida ma con una certa distanza , nel senso non fissiamoci più di tanto lasciamo spazio al nostro ego , e fissiamoci solo in vista di concorsi ,del resto una buona birra resta una buona birra al di la dello stile.


Ma vediamo ora le altre novità del Bjcp
 
Troviamo l’ esordio delle Brut Ipa spumati di birra secche e luppolate , anche se non più di moda come qualche tempo fa , le Speciality Spice Beer 30D tra le spiced beer , birre con ortaggi e erbe particolari e ingredienti aggiuntivi , le Straight Sour beer 28D nelle American wilde ale stile che mi convince poco da amante delle acide.

Le “spostate” Le Gose che rientrano come stile “normale” European Sour ale e non più negli stili storici , le Keller tra gli storici e con la novità che le distingueva sono stati rimossi i difetti nella loro descrizione .

Altra novità le Trappist ale diventano Monastic Ale cambia solo il nome a parer mio più sensato ma nulla di che , e le Trappist Single diventano Belgian Single .

Vediamo ora le promozioni ovvero quelle birre che nella versione 2015 erano  inserite tra i provisional :

Le NEIPA o New England IPA : promosse non come sottospecie delle Ipa ma uno stile a se con categoria 21 C ma con un nome diverso , ovvero come di coerenza nella versione bjcp che punta a toglier le paternità, sparisce il suffisso New England e diventano Hazy Ipa .

Promosse anche le New Zeland Pilsner e le Catharina sour nei local style .

Vengono bocciate invece le Burton Ale 17A che non appaion più

All’interno della nuova release spiccano anche altre modifiche di minor impatto e sicuramente anche qualcos altro di cui non mi sono accorto ma sicuramente quelle sopra descritte sono quelle che caratterizzano la nuova versione 2021 … beh che dire attendiamo la nuova release e prosit!

 

Di seguito il link del sito del bjcp dove troverete entrambe le versioni:

https://www.bjcp.org/bjcp-style-guidelines/

 

 

giovedì 25 febbraio 2021

Apprroccio alle IBU reali in ricetta

Luppolo e IBU


…nelle nostre ricette

                               Il prezioso luppolo

Ebbene si anch’io voglio affrontare questo argomento ma visto sotto un altro aspetto.

È un argomento a cui tengo particolarmente e che spesso mi mette in difficoltà davanti a birrai pro o ad homebrewer , si il calcolo reale degli IBU , quando mi trovo a dialogare con qualcuno sull’argomento noto che nessuno o in pochi , pochissimi , direi troppo pochi , calcolano o sanno calcolare realmente il contenuto di alfa acidi all ‘interno del loro mosto , e di conseguenza come inizio a fare presente il discorso che andrò ad esplicare in questo momento , vengo visto come il perfezionista rompipalle o il nerd di turno .


Non sto qui a fare calcoli per mezzo di formule matematiche non serve c’è chi già se ne è occupato in altre sedi .


Durante la stesura delle ricette vedo i birrai ,casalinghi e pro , non calcolare mai l’invecchiamento del luppolo e affidandosi alla quantità di aa% presenti in etichetta sulla confezione , questo porterà sicuramente a uno sfasamento del calcolo di Ibu in quanto il luppolo anche conservato bene ha una costante di perdita oltre che di aroma anche di aa%.


Non a caso esistono tanti tools o app online che si occupano di questo , trovo molto ben fatto il calcolatore all ‘interno di Calcoliamo Birra .


Facciamo un esempio :

In freezer ho una confezione di EKG l’etichetta riporta 5 aa% acquistato a Gennaio .


Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione (quelli indispensabili ne esistono altri):


  • Confezione di conservazione (es:sigillata, sigilla con ossigeno allinterno, sigillata sottovuoto) ;

  • Temperatura di conservazione (dal momento del raccolto in poi e qui farei la distinzione tra la nostra in freezer sottozero e quanto, e quella del nostro distributore che riportata in etichetta );

  • Invecchiamento espresso in mesi (stessa distinzione della temperatura);

  • Alfa Acidi Iniziali ( che sono quelli calcolati in lab. E riportati in etichetta post raccolto):


Altro fattore da tenere in considerazione è l’ Emisfero di provenienza del luppolo in questione :

Mi spiego meglio sappiamo che la raccolta del luppolo avviene in mesi diversi nel mondo per questioni stagionali e di clima ,e quindi sappiamo che salvo bruschi cambiamenti climatici durante l’anno che possono stravolgere i raccolti anticiparli o posticiparli orientativamente i raccolti dei Luppoli nell’emisfero settentrionale avviene intorno al mese di Settembre , mentre nell’emisfero Australe avviene intorno al mese si Marzo.

Torniamo al nostro esempio

Ekg luppolo anglosassone quindi emisfero boreale raccolto a Settembre (solitamente se ci sono grosse variazioni ormai grazi a internet lo sappiamo tutti tuttavia può cambiare settembre /Ottobre) e solitamente sappiamo anche quando i distributori l ‘acquistano


Il nostro distributore lo importa alla fine del mese stesso e solitamente conservato refrigerato da loro alla temperatura di 4/5°C ,comunque riportato in etichetta (altro parametro come detto da tenere in considerazione ).

Quindi avendolo acquistato a gennaio il nostro luppolo da 5 aa% si è fatto 3 mesi a 5°C per mezzo di una formula e di una costante di perdita HSI che varia in base al luppolo 35 quella per EKG, e che già impostata nei calcolatori fatti per bene , inseriremo questi dati nell’ app in questione e ci darà la quantità di AA% rimasti nel luppolo . In questo caso gli aa% di calcolo residui sono 4,73 aa%.


Ora non ci resta che calcolare il periodo che il luppolo è stato conservato da noi ,considerando che ci troviamo nel mese di Aprile , e che il luppolo è stato sottovuoto e siggillato alla temperatura di -14°C nel mio freezer , andiamo a fare lo stesso identico calcolo di prima ma con aa% non più i 5 di partenza ma i 4,73.

quindi il nostro East kent da 4,73 aa% invecchiato due mesi a -14°C . Otterremo cosi gli aa% reali (certo da calcoli , ma vi assicuro che si trova in laboratorio )del luppolo in questione di 4,6 aa% .

Ovvio qui nel esempio il lasso temporale è di pochi mesi di conseguenza la perdita non è eccessiva ma più aumentano i mesi maggiore sarà la perdita .

A tal proposito vi consiglio di appuntarvi sulla confezione stessa del luppolo quando stato acquistato e le aa% che calcolate abbia in quel preciso momento per poi avere un punto di partenza quando dovrete calcolare gli aa% residui .



Detto ciò mi pare ovvio che gli Ibu di una ricetta risultino assai sballati se non si tengono in considerazione questi accorgimenti


Arrivato a questo punto ci sarà chi dice si ma mica hai un laboratorio per avere la certezza di ciò che dici (anche se in passato con un amico tali test sono stati fatti in laboratorio),ma di certo il mio è un approccio ben più preciso a tale calcolo .


Potreste farvi i calcoli stile Homo sapiens cercando online le formule necessarie ma ripeto non serviranno in quanto vi sono app che svolgono egregiamente questo lavoro.


E ci sarà qualcun altro che dirà si ma troppo sbattimento deve esser un hobby per rilassarci e distrarci non un lavoro, ma ripeto parlo di mie esperienze e di come tendo a muovermi io per restare rilassato .



… e poi beh per me essendo un hobby sono sempre alla ricerca di stimoli per non farlo risultare monotono altrimenti diventa un lavoro !




Cheers a tutti !!!!


lunedì 28 settembre 2020

"Spillatori" per botti - i rubinetti quali e perchè !



Perché trattare tale argomento?


Be un qualcosa che mi viene chiesto spesso , ma lo spunto decisivo parte da una discussione (come sempre amichevole e che vuol esser costruttiva per tutti ) di un post su facebook nella pagina Spontaneum.

                                                        

Uno dei primi quesiti quando si acquista una botte nuova da parte di neofiti è : lascio il rubinetto in dotazione o sostituisco ? E se sostituisco perché?


Spesso e molto volentieri quando si riceve o acquista una botte , o per meglio dire in ambito homebrewing , un caratello , lo stesso arriva dotato di un rubinetto in legno , ottone o addirittura in plastica laccata .


Ma allora perché si sente dire che tali “spillatori” non sono proprio idonei ai nostri scopi ?

Beh sicuramente in primis per problematiche del tipo igenico e di possibili danni arrecati alla salute, infatti alcuni di essi tendono a creare infezioni , che risulterebbero molto sgradite per la nostra bevanda , o tendono a corrodersi e in questo caso non solo danno per la birra ma anche per la salute .


Sicuramente il materiale migliore da fare stare a contatto con la birra e non solo , come abbiamo già visto in altro post su questo blog , risulta esser il VETRO, in quanto materiale puro e inerte ,quindi con nessun rischio di cessione di sostanze . Ma ve lo immaginate un rubinetto in vetro ? Ahahhaah ( la risata è per la fragilità dello stesso materiale nell’impiego e uso come rubinetto).


Prendiamo in esame qualche materiale più nel dettaglio :


e partiamo dal presupposto che la Birra passerà lunghi periodi nella botte (questo è un fattore molto importante da tenere in considerazione in vista del tempo di posa , di contatto con il liquido) .


In Italia la costruzione di oggetti di uso alimentare e ben regolamentata in modo tale che nella loro realizzazione sia limitata il trasferimento di sostanze tali da :


-non arrecare danno alla salute ;

-apportare modifiche hai prodotti alimentari ;

-deteriorare le caratteristiche organolettiche .


Rubinetti in Plastica (e qui il discorso affrontato più e più volte , sia per discorso salutare che ambientale purtroppo , visto l’ignoranza di molti).

In questi casi c’è da sapere che le plastiche sono molte e quindi dipende molto dall’azienda produttrice di tale accessorio.

Alcune di esser per esempio rilasciano sostanze cancerogene come antimonio, acetaldeide e formaldeide , soprattutto con l’innalzarsi di temperature , e non c’è da meravigliarsi o sbalordirsi affermando che tali sostanze non sono rilasciate da quella che comunemente chiamiamo plastica alimentare . Infatti le sostanze sopracitate vengono rilasciate da quella plastica identificata con il simbolo 1 che sta a indicare PET ( si proprio la plastica con cui sono realizzate le bottiglie dell’ acqua minerale ) , per chiarezza queste sostanze vengono rilasciate per lo più con temperature molto alte e superiori hai 65°C ,tuttavia non è da escludere il rilascio in quantità molto inferiori a temperature inferiori.

Altre plastiche come PVC (di uso molto comune in ambito alimentare ) contengono ftalati pericolosi per il nostro sistema endocrino , e che sono liposolubili.

Sicuramente a tal proposito c’è tanto altro da sapere ma non è nelle mie facoltà.


Inoltre la plastica tende a rigarsi molto facilmente e quindi creare insenature adatte a accogliere sporcizia , residui e microrganismi infettanti , e non è facilitata in questi casi, per ovvi motivi la pulizia (questo vale anche per il Teflon ,anche esso utilizzato nella costruzione di rubinetti) .

 

                      Rubinetto in plastica ottonata per botte in legno - nella categoria  Accessori botti in legno (AgriStore di Cosenza V.)    Botte Botti Fusto in Castagno 10 lt Rubinetto plastica per Alimenti Botti


Rubinetti in ferro e in questo caso mi rivolgo agli “shoppatori da siti cinesi” in quanto è molto importante leggere le sigle quando si parla di acciaio , spesso questi shop cinesi online e non solo identificano accessori in ferro cromato come inox , quindi state molto attenti se non è riportata la sigla AISI 304 o 316, trattasi di ferro materiale che magari non rilascia tante sostanze nocive , in quanto rilascia perlopiù ferro già presente nel nostro organismo , ma che tende a corrodersi molto facilmente . Problematiche simili per l’ottone una lega ossidabile di rame e zinco.

                                  Rubinetto in ottone per botte da 30 a 100 litri - nella categoria Accessori  botti in legno (AgriStore di Cosenza V.)

Rubinetti in legno in questo caso molto belli da vedere , ma essendo un materiale vivo , molto poroso e una volta lasciata passare la birra al suo interno molto difficile da pulire e sanificare sicuramente tratterrà colonie di esserini pronti a proliferarsi e iniziare un romantico ,e molto poco gradito a noi, viaggio di nozze all’interno della birra.

 

Proprio per questi motivi i rubinetti inox risultano essere quelli più idonei per i nostri scopi , materiale molto resistente e quindi difficile da intaccare , non interessato alla corrosione e soprattutto facilità di pulizia e sanificazione .

Identificato con le sigle 18/10 , 18/8 e 18/c

Tuttavia non è tutto oro ciò che luccica e per correttezza c’è da dire che anche questo metallo che sicuramente allo stato attuale è quello più indicato per tali usi , essendo una lega di cromo e nickel (a cui qualcuno potrebbe esser anche allergico) , c’è da sapere che sono entrambi elementi cancerogeni e che potrebbero esser ceduti soprattutto quando sono a contatto con sostanze acide (non c’è bisogno di aggiungere altro ).


Quali i rubinetti più idonei per noi hb quindi ?

Personalmente tendo ad utilizzare rubinetti inox , non del tutto economici anzi quali i classici assaggia-vino , utilizzati in ambito enologico e con filettatura conica , la quale in alcuni vasi agevola l’installazione visto la sua forma , oppure rubinetti , che penso siano utilizzati in ambito oleario che tendo a fare ruotare il beccuccio ( simili a i classici teflon/plastica in dotazione con i secchi fermentatori dei kit base per birra ) , in questo caso perché alcune volte mi capita di far trasferimenti da fermentatore/caratello rubinetto/rubinetti e viceversa , per motivi di praticità e per questo collegando un tubo crystal dall’uno all’altro evitare al minimo ossidazioni .


Rubinetti in acciaio per botti         Ferramenta Brico - Paletti per Vigneto , Grottaminarda (Avellino) - Rubinetto  inox olio DropTop antigoccia

martedì 22 settembre 2020

LA CANTINA

CANTINA E CONDIZIONI OTTIMALI


A volte i birrai decidono di intraprendere la strada dell’elevazione in botte , acquistando o ritrovandosi per le mani una “botte” , ma arrivati a questo punto inizieranno a chiedersi come comportarsi . Infatti sono tante le sfaccettature , le condizioni da valutare e gli elementi da tenere in considerazione .Uno di questi è sicuramente il modo in cui condurre la fermentazione o l’affinamento in legno, quindi quali sono le condizioni ottimali di una cantina ?


Certo parlare di poche botti è chiamarla cantina è una parolona ...


Per intenderci parlerò di “condizioni ottimali” , questo non significa che fuori dal range delle variabili che elencherò non vada bene portare avanti un affinamento , di certo se non discosta di tantissimo da quello che indicherò, prendiamo questi valori come riferimento e come base di partenza . Si può lavorare in altre condizioni ma con dovute precauzioni, dovuti accorgimenti e soprattutto con condizione di causa , quindi del risultato che vogliamo ottenere .


-Primo fattore da tenere in considerazione per la realizzazione della nostra cantina è l’Umidità:


di certo se non abbiamo le condizioni ideali nel locale prescelto per la realizzazione di cantina non dobbiamo abbatterci o rinunciare esistono delle soluzioni con l’aiuto della tecnologia .

Partiamo dal presupposto che l’umidità corretta dovrebbe esser compresa tra il 70% e il 85% (alcuni ritengono anche 90%). Quindi la cantina ideale deve avere un’umidità alta e botti sempre piene , ambienti troppo secchi ,quindi umidità troppo basse, possono portare a innumerevoli perdite di liquido dalle botti oltre ad una microssigenazione superiore . Al contrario avere luoghi troppo umidi può portare al proliferare di batteri e muffe indesiderate .

In base all’equilibrio che creeremo con l’esterno la nostra botte assorbirà o perderà umidità.

Detto ciò dobbiamo trovare il giusto equilibrio , anche con altri fattori che vedremo successivamente .

-Secondo fattore da tenere in considerazione sono sicuramente le Temperature della nostra cantina:


nel luogo scelto per la nostra bottaia le temperature all’interno di esso dovranno sicuramente esser molto stabili , senza sbalzi ne durante i mesi e ne escursione termica diurna e notturna .

Il range ottimale di temperature è compreso tra 15-20°C.

Sicuramente temperature inferiori vanno anche bene ,in quanto le basse temperature ostacolano la crescita di microrganismi e danno stabilità al prodotto. Tuttavia non si tratta di un dato veritiero al 100%, non danno certezza assoluta ,per esempio basta pensare che Founders ha la sua bottaia di oltre 5000 botti in una cava di gesso a 30mt sottoterra quindi umidità buone e li mantiene ( ora non ricordo se naturalmente o artificialmente ) in una temperatura costante di 3°C , ma da alcune loro analisi di laboratorio hanno trovato colonie di lattobacilli che iniziavano a proliferare ..


Ovvio che si parla di birra quindi ci atteniamo a questi standard , sbalzi di temperatura nei Bourbon sono visti in buon luce in vista del prodotto finito invece , il fatto che le temperature fanno espandere e contrarre il legno fa in modo che il whisky passi tra le doghe e venga a contatto on l’esterno e crea aromi molto apprezzati.

In Belgio per esempio i Lambic non seguono nemmeno range di temperatura fissi nel tempo anzi in vista di un prodotto finito unico come quello sono considerati importanti, daltronde neanche in questo caso si parla di birre ma di Lambic .Infatti brassano solo d’inverno , risultando molto positivo in quanto le temperature più basse favoriscono l’inoculo e lo sviluppo di una microflora locale, che come ben sappiamo è solo di quelle zone , e tenendo sotto controllo altri organismi . Gli sbalzi caldi successivamente favoriscono altri batteri creando un ambiente ideale per l’introduzione della frutta , ma questa è un altra storia .

Ovviamente molti birrifici nel momento in cui è esplosa questa tendenza del legno , non avendolo previsto originariamente nella progettazione dei loro opifici si sono trovati in difficoltà , ma avendo voluto cavalcare l’onda troviamo soluzioni più disparate o addirittura grandi birrifici importanti, soprattutto americani che tengono botti all’esterno delle loro strutture . E questo dovuto anche perché non vi era un altra condizione che andremo a vedere successivamente .

Questo per far capire che una volta il legno si trattava di esigenza ora è moda ,nella maggior parte del pianeta soprattutto negli USA ,e tradizione per pochi .

Ma ritorniamo a noi di essenziale importanza è quindi il giusto equilibrio tra temperatura e umidità.

Equilibri ottimali risultano essere :


a T° di 10°C umidità comprese tra 72-85% e mai al di sotto di 64%

a T° di 15°C umidità comprese tra 73-85% e mai al di sotto di 66%

a T° di 30°C umidità comprese tra 75-85% e mai al di sotto di 68%


(tratto dal libro legno e birra di Cantwell e Bouckaert , comprese anche altre informazioni assimilate ormai, provengono da questo testo)



-Terza condizione è areazione del luogo , quindi evitare ristagni d’aria:


questa condizione risulta di vitale importanza per evitare il proliferarsi di muffe e batteri indesiderati.



-Quarta condizione è tecnico /pratica : creare strutture di sostegno adeguate


questo risulta prima di tutto un fattore di sicurezza in quanto essendo un hobby e/ un lavoro deve esser un divertimento e uno svago e non deve risultare un fattore di rischio per eventuali incidenti.


Poi deve agevolare le fasi di spostamento , se necessario , di riempimento , svuotamento e ispezione delle botti . E se vi è la necessità in quanto molto grandi anche di pulizia in loco .


Altro fattore è correlato con umidità e soprattutto con le temperature , in quanto creare strutture che si protraggono troppo in altezza non risulta esser un bene in quanto , per fisica il calore tende sempre a salire e quindi in alto si potrebbe creare una temperatura elevata o degli sbalzi comunque . Se si tratta di un birrificio anche la vicinanza al tetto è fonte di calore .


    Esistono diversi modi per sostenere le botti :

  • supporti appositi in ferro e legno per agevolare spostamenti con muletti/o altro;

  • supporti a pedana e solitamente impilati a piramide tipo metodo solera;

  • sistemi fissi ad assi che andranno a sostenere le botti ;

  • oppure sistemi tradizionali con le botti fermate a cunei di legno (in commercio anche in plastica o ferro) anche una sopra l’altra a diversi livelli .

  • E in quanto all’homebrewing sistemi “ad alta fantasia “ sempre se in sicurezza.



ovviamente l’arrivo , l’ispezione e la possibilità di lavorare dal cocchiume deve esser agevolata .


La possibilità di spostamento facilitata risulterà molto importante .


Altro fattore che aggiungerei e suggerirei che non è proprio correlato al luogo stesso è quello di trattare le botti per mantenerle ottimali anche a livello di ossigenazione e renderle leggermente stagne è quella di utilizzare vernici all’acqua o paraffina per il loro trattamento , per scongiurare il più possibile anche perdite di liquido .



Cerchiamo di creare un giusto equilibrio in mancanza di questo le nostre botti , oltre ad ottenere un prodotto di scarsa qualità, assorbiranno o perderanno del liquido, della BIRRA.