mercoledì 3 giugno 2020

Schizosaccharomyces : Dalla birra al vino ! E...




Identificato per la prima volta da Lindner nel 1893, dalle birre di miglio Africane .
Il nome della specie deriva infatti dal termine Africano che, si usa per indicare la Birra “Pombe”.

Schizosaccharomyces pombe è una cellula astiforme,dalle dimensioni di 2- 3 micron di diametro e 7-14 di lunghezza, che cresce interamente da allungamento alle estremità. Dopo la mitosi, la divisione avviene per la formazione di un setto, o di piastra di cella, che scinde la cellula nel suo punto medio. Si replica quindi per scissione a differenza de saccharomyces cerevisiae che si replica per gemmazione .





Questo lievito si trova solo occasionalmente nei mosti, e prediligge temperature calde. È in grado di produrre etanolo in quantità come i Saccharomyces cerevisiae fino a 15 % vol. Ha la capacità di degradare l’acido malico , di ridurre l’acidità fissa dei mosti. Proprio per questa sua caratteristica, è stato sperimentato e proposto il suo impegno per la sua disacidificazione biologica dei mosti (nel caso dell’uso per la fermentazione di vino o di mosti in cui siano presenti quantità rilevanti di acido malico).In condizioni anaerobiche questa degradazione procede verso la formazione di etanolo e CO2.

Altra caratteristica peculiare è l’elevata resistenza al diossido di zolfo; è in grado di sopportare concentrazioni anche superiori a 400 mg per litro.

Ironia della sorte oggi questo lievito si trova in commercio per uso enologico , e nonostante la sua scoperta si deve grazie a delle birre non viene utilizzato in campo brassicolo .

Anche se non del tutto spariti dal panorama delle birre in quanto i Schizosaccharomyces pombe vengono frequentemente trovati tra le specie della microflora microbica delle birre a fermentazione spontanea.

Attualmente e nel corso degli anni, è sotto l’occhio dell’attenzione di molti scienziati e biologi, anche al di fuori dello studio dei fermentati , infatti è diventata anche un organismo importante nello studio delle risposte cellulari del DNA e del suo processo di replicazione.
Potrebbe esser usato per lo studio contro l’invecchiamento umano.

Il s.pombe infatti è in grado di ringiovanire ogni qual volta si riproduce. Solitamente quando gli organismi unicellulari si dividono a metà, uno acquisisce materiale cellulare nuovo e l’altra parte riceve materiale vecchio e danneggiato. Il segreto dell' S. pombe sta nella velocità di riproduzione. «Entrambe le cellule ottengono solo la metà del materiale danneggiato e sono entrambe più giovani di prima», spiega il ricercatore Iva Tolic del Max Planck Institute di Dresda, in Germania.


https://www.youtube.com/watch?v=4PDxun6ENt0&list=PLnpYFODV1pL-_d0qhjYnKteTFQl26xAkq&index=1


Tra Europa , Asia e Americhe sono stati selezionati , su diversi frutteti soprattutto vigneti e meleti , oltre 150 ceppi differenti di schizosaccharomyces pombe. Vengono inoltre trovati in diversi fermentati radicati nelle diverse tradizioni, ad esempio il Kombucha , ma per adesso ancora non è ben chiaro se il responsabile di tali fermentati o un componente della microflora batterica .

E mentre gli studi proseguono e le sperimentazioni vanno avanti , mi chiedo troverà mai il suo impiego “inoculato” nelle birre moderne , visto che ha anche delle qualità che di certo avvantaggerebbero il processo fermentativo ?