venerdì 16 dicembre 2022

 Beercalabria 2022 Il Ritorno



Ritorna il Beercalabria con la sua seconda edizione fermata in questi anni dal covid,torna più in forma di prima staff rafforzato e consolidato , giuria di esperti qualificati ampliata e sempre più professionale  e con qualche new entry nel panorama brassicolo calabrese .




La giuria ,dopo la prima edizione tenutasi nel 2019 ,si riunirà per eleggere le migliori birre calabresi Domenica 18 Dicembre presso il Lievito Academy di Reggio Calabria.
Lo staff già a lavoro da tempo  vuole rafforzare il lavoro svolto già nel 2019, dove a guida della giuria trovavamo Lorenzo Dabove Kuaska massimo esperto birrario italiano , con l intento più che di celebrare il miglior birrificio o la miglior birra , di promuovere il panorama brassicolo della regione  in forte espansione e rapida crescita, e che non ha di certo nulla da invidiare al resto della penisola italiana.

                                    Staff e Giuria Prima Edizione

 

Tutte le  birre che partecipano all'evento sono raggruppate in  categorie in base allo stile di appartenenza per agevolare il compito dei giudici , l'edizione prevede quindi 7 categorie diverse.

Lo special guest e capo della giuria di questa edizione  ritrova un altro nome di spicco  e pioniere del panorama birrario italiano , quello di Davide Bertinotti uno dei soci fondatori del MoBi-Movimento Birrario Italiano , e autore di articoli e libri inerenti alla produzione casalingo brassicola .

                                   Premiati della prima edizione

Nota positiva della manifestazione ,così come nella prima edizione, è la partecipazione oltre che dei birrifici di quella dei beerfirm.
Chi avrà prodotto allora la migliore birra calabrese? Beh ne berremo delle belle o delle  buone ! Seguirà un articolo per sapere l esito della manifestazione




sabato 8 gennaio 2022


 LE IGA LA BATTAGLIA E LA NUOVA RELEASE DEL BJCP

 

 Le tante novità delle nuove Style Guidelines del BJCP – Cronache di Birra



Inizio a scrivere quest articolo nella fine del 2021 quando arriva la notizia che fa tanto scalpore riguardo la paternità delle Italian Grape ale .

Ma  non lo pubblico troppe opinioni, troppi articoli e molta delusione ma facciamo chiarezza per i pochi che non hanno seguito la vicenda e per chi vuole sentire il mio umile parere :

Nell’anno del dominio italiano in ogni disciplina sportiva , musicale e culinaria , l’italia viene battuta tristemente da una “sentenza” americana.


Birra e uva: scopriamo le Italian Grape Ale

 Infatti da una recente revisione del Bjcp capitanata dal presidente Gordon Strong , gli americani decidon di toglier il suffisso Italian alle IGA ,unico “stile” italiano come ovvio che sia vista la cultura vitivinicola del nostro amato stivale , e visto che tale stile viene partorito in Italia .

Di certo l’Italia non vanta di grande cultura birraria , ma perché toglier tale suffisso che porta il nome dove questo stile ha visto la luce ?

Infatti tra i padri fondatori ricordiamo Nicola Perra del birrificio Sardo Barley il quale ne ha fatto un suo cavallo di battaglia .

Birra IGA BB10 Barley - online in vendita su Callmewine

Da quando si apprende tale notizia in Italia nell’ambiente scoppiano malumori e pareri contrastanti   come in ogni cosa tra noi italiani.

C’è chi si schiera da una parte e chi dall’altra , chi si batte per tale decisione , tra i primi Gianriccardo Corbo ,ambasciatore italiano del bjcp,  che scrive un e-mail per trovare chiarimenti , spiegare perché tale suffisso debba rimanere allo stile e mostrare il suo e il nostro (italiani) disappunto al comitato del Bjcp, invitatando gente del settore ed appassionati a fare lo stesso  , con una lettera da lui stesso scritta , e che trova un modesto riscontro positivo. E chi dall’altra parte invece avvalendosi proprio della scarsa cultura birraria ritiene giusto  lasciare che sparisca  Italian dalle Grape ale .

Parlo di stile virgolettato in quanto nell ‘ultima release del bjcp del 2015 le Iga erano inserite nella categoria aspiranti stile , ovvero apparivano  nei local style X3 e non ufficiali

Ma vediamo  nel rilascio delle nuove linee guida cosa è successo a tale stile :

Le Iga rimangono ma negli stili locali e sempre con il codice X3, a mio parere un contentino per zittire gli italiani. Ma come accade sempre tra gli operatori del Bjcp la confusione più totale , perché dico ciò? , compare un nuovo stile , nella categoria birre alla frutta , un sottostile con codice 29D, le GRAPE ALE , insomma sparisce l’aggettivo Italian . E perché confusione ? Perché a parere mio, e non solo mio, leggendo la distinzione delle descrizioni appaiono pressocché uguali , avrebbe avuto un pò di senso come si vociferava se si faceva riferimento all’origine del vitigno, tra gli italiani per l’appunto , ma visto che cosi non è , quando usare in etichetta uno stile o l’altro ?…
Di sicuro in Italia il suffisso resterà in etichetta , ma come dicevo prima penso che tale confusione sia dovuta anche al clamore mediatico che la notizia ha avuto tra gli addetti al settore  e gli hb italiani , e pertanto frutto di un “contentino” ripeto . L’unica distinzione ,a mio parere stupida ,si può trovare che nella descrizione delle  Grape ale si parla di stile belga , alta cazzata e poi mi chiedo pure il perché visto che lo stile nasce in Italia , ma ancor più clamoroso che si può far uso di lievito neutro , allora ancora una volta mi chiedo perché? Se belga ?… forse durante la stesura delle nuove linee guida gli associati avevan bevuto un pò  troppo ….. mahhhhh
Per non parlare della discriminazione che riporta che Grape ale si usa al di fuori dell’Italia .
 


Di certo non un dramma , anche perché alla fine il bjcp deve solo inquadrare le nostre birre in uno stile , in vista di concorsi cosi per come era nato e non di certo come pensavo fino a qualche anno fa  che debba esser la Bibbia della birre e degli stili . Infatti anche tra i birrai pro a volte troviamo riportato uno stile in etichetta ,ma, che poi lasciando spazio alla loro fantasia e creatività , non risulta del tutto inquadrato nella descrizione dello stile . Quindi continuiamo a seguire le linee guida ma con una certa distanza , nel senso non fissiamoci più di tanto lasciamo spazio al nostro ego , e fissiamoci solo in vista di concorsi ,del resto una buona birra resta una buona birra al di la dello stile.


Ma vediamo ora le altre novità del Bjcp
 
Troviamo l’ esordio delle Brut Ipa spumati di birra secche e luppolate , anche se non più di moda come qualche tempo fa , le Speciality Spice Beer 30D tra le spiced beer , birre con ortaggi e erbe particolari e ingredienti aggiuntivi , le Straight Sour beer 28D nelle American wilde ale stile che mi convince poco da amante delle acide.

Le “spostate” Le Gose che rientrano come stile “normale” European Sour ale e non più negli stili storici , le Keller tra gli storici e con la novità che le distingueva sono stati rimossi i difetti nella loro descrizione .

Altra novità le Trappist ale diventano Monastic Ale cambia solo il nome a parer mio più sensato ma nulla di che , e le Trappist Single diventano Belgian Single .

Vediamo ora le promozioni ovvero quelle birre che nella versione 2015 erano  inserite tra i provisional :

Le NEIPA o New England IPA : promosse non come sottospecie delle Ipa ma uno stile a se con categoria 21 C ma con un nome diverso , ovvero come di coerenza nella versione bjcp che punta a toglier le paternità, sparisce il suffisso New England e diventano Hazy Ipa .

Promosse anche le New Zeland Pilsner e le Catharina sour nei local style .

Vengono bocciate invece le Burton Ale 17A che non appaion più

All’interno della nuova release spiccano anche altre modifiche di minor impatto e sicuramente anche qualcos altro di cui non mi sono accorto ma sicuramente quelle sopra descritte sono quelle che caratterizzano la nuova versione 2021 … beh che dire attendiamo la nuova release e prosit!

 

Di seguito il link del sito del bjcp dove troverete entrambe le versioni:

https://www.bjcp.org/bjcp-style-guidelines/